È la versione moderna e tecnologica del “vecchio” modello, di cui tutti sicuramente abbiamo memoria. Il monopattino elettrico può infatti definirsi come il successore di quello nato agli inizi del ‘900 ed inizialmente progettato come gioco per bambini: chiamato “scooter”, riscosse un vero e proprio successo, così eclatante che lo si volle proporre come mezzo di trasporto, in virtù della comodità e praticità che lo caratterizzavano.
L’idea venne, nel 1996, ad un imprenditore di Zurigo, Wim Ouboter, che messi da parte automobile e bicicletta, creò “Micro” per raggiungere il suo bar preferito, dagli ottimi caffè ma non proprio “dietro l’angolo”. Ripiegabile come un quotidiano e dal costo contenuto, il monopattino ebbe un riscontro più che positivo, sia sui giornali, che lo recensirono in termini entusiastici, che nelle strade, ove fu considerato come la soluzione più alla moda per spostarsi agevolmente in centro nelle grandi metropoli.
Un riscontro, quello del nuovo mezzo – maneggevole, ecologico ed anche divertente – nel corso del tempo sempre maggiore, alla luce del collegamento del monopattino con uno sport, il cosiddetto “scootering”. Disciplina dalle nobili origini, vide organizzare gare a Milano già nel dopoguerra; fu del 1959, invece, la prima corsa in Francia, e del 1970 la prima 24 ore a Cervinia, mentre correva il 1987 quando nacque la Federazione Italiana Monopattino, dedicata, appunto, a questo particolare “veicolo”.
È davvero lunga, dunque, la storia caratterizzante il monopattino, e da quando lo si utilizzava facendo leva sulla “pressione” umana, ne è passata di acqua sotto i ponti: la versione elettrica, difatti, non necessita di spinte continue, poiché è un piccolo motore elettrico a far sì che il monopattino stesso si muova dopo l’avvio. Versione elettrica, questa, che negli ultimi tempi ha trovato largo seguito, sia quale puro gioco che come valida alternativa al caos cittadino, ponendosi, in questo secondo caso, come uno dei più adoperati mezzi di trasporto all’interno delle aree urbane.
Migliori monopattini elettrici di Ottobre 2024
Monopattini a spinta
Migliori monopattini con seduta di Ottobre 2024
Migliori Segway di Ottobre 2024
Migliori hoverboard di Ottobre 2024
Migliori monopattini a tre ruote di Ottobre 2024
Migliori monopattini freestyle Ottobre 2024
Migliori scooter per anziani e disabili di Ottobre 2024
Caratteristiche tecniche dei monopattini elettrici e loro funzionamento
Abbiamo or ora messo in evidenza il grande “boom” registrato di recente dai monopattini elettrici: comodi, veloci, ecologici e semplici da adoperare, hanno infatti affascinato sia giovani che meno giovani, complici, non da ultimi, il loro costo, decisamente contenuto ed “invogliante”, ed il divertimento legato alla guida di questi mezzi di trasporto all’avanguardia. Dopo gli Stati Uniti, infatti, “epicentro” di questo strepitoso successo, anche l’Italia ha cominciato ad abbracciare il nuovo trend del momento, con risultati più che positivi.
Difficile fare a meno dei monopattini elettrici, una volta provati, anche perché i benefit che offrono sono davvero innegabili. Di questo aspetto ci occuperemo dettagliatamente nel paragrafo di competenza. Ciò che invece qui cominciamo a sottolineare è l’indubbio risparmio di tempo da essi assicurato – negli spostamenti tra le vie cittadine, come sostituzione ai mezzi pubblici, ed anche in vacanza, per raggiungere più velocemente un dato luogo – ma anche l’assenza di un’alimentazione a gas, gasolio o benzina, che fa “archiviare” come un brutto ricordo le attese dal benzinaio, a volte davvero lunghe e snervanti.
Fatta questa breve premessa, è giunto il momento di occuparsi delle caratteristiche tecniche di questi nuovi e tecnologici mezzi di trasporto, solidi nella costruzione ed al contempo leggeri, poco voluminosi e contenuti con la batteria. Caratteristiche – quelle che analizzeremo qui di seguito – necessarie da conoscere per veicolare il proprio acquisto verso il modello di monopattino elettrico che meglio risponde alle personali esigenze.
- Dimensioni. Come per la versione classica, a spinta, anche per quella elettrica le dimensioni rivestono un ruolo importante, e ciò sia in presenza di un modello per adulti che in presenza di uno per bambini. Nel primo caso, infatti, i monopattini elettrici sono solitamente adoperati per compiere brevi tragitti, ad esempio dal luogo di lavoro all’autobus o alla metropolitana, e, una volta su questo mezzo, devono poter essere riposti agevolmente, senza problemi di ingombro. Analogo è il discorso per quanto concerne i monopattini elettrici per bambini, con l’unica differenza che gli stessi andranno trasportati in auto, anche di piccole dimensioni: la versione pieghevole è, dunque, quella da preferire.
- Peso e peso supportato. Il peso dei monopattini elettrici può variare in base a diversi modelli, ma generalmente va dai 10 kg per la versione bambino ai 20, 30 kg per la versione adulto, fino a oltre 30 kg per i monopattini elettrici omologati a stare su strada e quelli caratterizzati da vari optional, come ad esempio il sellino. Per quanto riguarda invece il peso supportato, va premesso che le pedane di questi veicoli non possono sostenere pesi troppo elevati, e ciò sia che si tratti di modelli per adulti che per bambini: nel primo caso, il limite massimo è di 100/150 kg, nel secondo di 18 kg circa, in considerazione del fatto che ci si riferisce a bambini di età non superiore ai 3 anni. Detto questo, maggiori informazioni relative alla portata del mezzo di trasporto in oggetto sono disponibili all’interno della scheda tecnica del prodotto che si intende acquistare.
- Velocità. In base ai differenti tipi presenti in commercio, i monopattini elettrici possono raggiungere, nella versione adulto, velocità che si aggirano in media sui 35km/h, sino ad arrivare ai 40 km/h nei modelli più potenti, anche se, generalmente, la maggior parte di questi veicoli non supera i 20 km/h. Nella versione bambino, invece, per la sicurezza dei bambini stessi, i monopattini elettrici hanno una velocità che va dai 6 ai 15 km/h: i piccoli trarranno divertimento dal muoversi su un monopattino senza adoperare la forza delle gambe, ed al tempo stesso i genitori si sentiranno tranquilli.
- Autonomia della batteria. Solitamente varia in base alle modalità di guida ed alle velocità medie, oltre che, ovviamente, in base alla tipologia di batteria, ma in linea di massima, dal punto di vista del chilometraggio, l’autonomia della batteria è di poco inferiore ai 40 km. Alcune versioni di monopattini elettrici prevedono più batterie, abitualmente 3×12 V da 14 A ad ora, nel caso di veicoli dotati di maggiore potenza. Di solito la batteria è posizionata sotto la pedana. In merito ai tempi di ricarica, poi, si parla in genere di 4-5 ore: è importante mettere in rilievo questo punto, per rendersi conto di quanto sarà necessario attendere prima di poter nuovamente adoperare il proprio monopattino.
E giungiamo al funzionamento dei monopattini elettrici: sul manubrio del veicolo – facilitante l’equilibrio ed adoperato per cambiare direzione – sono presenti il freno e generalmente la manopola dell’acceleratore. In determinati modelli, specie quelli per bambini, l’acceleratore può essere situato anche sulla pedana, ed attivato attraverso la pressione del piede. Altre versioni, infine, dispongono di sella, per il massimo del comfort. Ma la guida di un monopattino elettrico? È semplice? Decisamente, ed ancor più di un piccolo ciclomotore o di una bicicletta, in virtù della piccola distanza esistente tra la pedana d’appoggio dei piedi e l’asfalto, e della totale assenza di marce. Ragion per cui può essere adoperato come mezzo di trasporto sia dagli adulti (ad esempio da professionisti, per raggiungere il luogo di lavoro situato non troppo lontano dalla propria abitazione) sia dagli adolescenti (che per recarsi a scuola preferiscono evitare di prendere mezzi pubblici o di essere accompagnati dai genitori).
Come scegliere un monopattino elettrico: i criteri a cui fare riferimento
Le caratteristiche tecniche dei monopattini elettrici – poc’anzi esaminate – rappresentano il punto di partenza per l’acquisto di quello che sarà il modello maggiormente rispondente ai propri bisogni e desideri, un acquisto giusto e consapevole, non “offuscato” dalla probabile confusione che può creare la grande disponibilità sul mercato. Al momento della scelta, ovviamente, non andrà tralasciato il costo, argomento che mettiamo momentaneamente da parte, per affrontarlo poi nel corso della trattazione.
Tra dette caratteristiche tecniche, in particolare, un “occhio di riguardo” lo meritano le ruote: anche se possiamo d’istinto pensare ai veicoli in oggetto come dotati di due ruote, piccole e piene, in realtà l’offerta è davvero ampia. In linea generale, ruote più piccole daranno maggiore agilità e facilità di manovra, mentre ruote più grandi consentiranno di affrontare terreni sconnessi. Nello specifico, poi, ruote piene hanno il vantaggio di non bucarsi, ma risultano meno stabili in presenza di bagnato e di curve, mentre ruote gonfiabili – presenti generalmente nei modelli più costosi – sono caratterizzate da una migliore ammortizzazione e di conseguenza comodità, sono più stabili nelle curve ed offrono maggiore velocità; possono però bucarsi, e dunque sono da gonfiare con regolarità.
Correlati alle ruote sono i cerchi e i cuscinetti: in merito ai primi, è consigliabile optare per i modelli in lega, più cari ma maggiormente resistenti alle diverse sollecitazioni, per i secondi, invece, ci si riferisce ad un ben determinato parametro, l’ABEC.
Alla pari delle caratteristiche tecniche, un ruolo di tutto rispetto al momento della scelta del proprio monopattino elettrico è assunto da alcuni parametri valutativi a cui è opportuno fare riferimento. Tra questi, innanzitutto le prestazioni su strada, e dunque il fattore sicurezza, assolutamente non trascurabile. A tal proposito, i materiali di costruzione sono un elemento non da poco, e l’alluminio fa da padrone grazie ad un mix di robustezza e leggerezza, anche se sono reperibili in commercio leghe di ogni tipo.
La facilità di ricarica e le ore di autonomia in movimento offerte dal monopattino elettrico – di cui si è trattato nel precedente paragrafo – sono un altro criterio da tenere presente, così come il design e la potenza: in merito a questo secondo punto va sottolineato che i veicoli di tale tipologia maggiormente ricercati sono quelli con una potenza che va dai 1000W ai 1600W, ossia quelli che forniscono un’ottima velocità.
Ma il fattore che più di ogni altro merita un posto di primo piano è l’omologazione: un monopattino elettrico omologato è un mezzo ben progettato in ogni suo dettaglio e collaudato, che per tal motivo si rivelerà sicuro, affidabile, e realizzato con materiali che avranno superato test di resistenza e durabilità.
Monopattini elettrici per adulti e per bambini
Prima di procedere all’analisi delle differenti tipologie di monopattini elettrici – di cui ci occuperemo nel paragrafo successivo – è opportuno operare una prima distinzione, quella tra monopattini elettrici per adulti e monopattini elettrici per bambini. Non bisogna infatti pensare, come già anticipato, che l’universo del quale detti veicoli fanno parte sia esclusivo appannaggio dei bambini: al contrario, infatti, essi vengono adoperati anche dagli adulti per brevi spostamenti o per raggiungere il luogo di lavoro, (pro)ponendosi sempre più come valido ed alternativo mezzo di trasporto.
Ecologici, silenziosi, e facili da guidare, sono – non da ultimo – divertenti, fattore, questo, che accompagna sia gli adulti che i bambini, e che conferisce ai monopattini elettrici un valore aggiunto, un plus non trascurabile. Esistono tuttavia delle differenze tra la versione adulto e la versione bambino.
I modelli per adulti, strutturati e maggiormente potenti, possono avere o meno il sellino, e vedono sostanzialmente due parametri valutativi da seguire nella scelta: il rapporto qualità-prezzo – ossia un’accurata analisi delle caratteristiche tecniche, specie della tipologia di motore e di batteria – ed i personali bisogni e desideri, dati dal design, dalla comodità e dall’utilizzo al quale il monopattino elettrico è “destinato”.
I monopattini elettrici per bambini, invece, sono caratterizzati da dimensioni e velocità inferiori, e non presentano il sellino. Valida idea-regalo, sono uno stimolo per uscire di casa e stare all’aria aperta, mettendo per un po’ da parte computer e televisione, che generalmente sono i “compagni” della maggior parte delle giornate. E, accanto al divertimento che contraddistingue il loro uso, possono essere un buon inizio per insegnare ai propri figli le prime regole della strada, trasmettendo loro il senso di responsabilità connesso alla guida. Senza dimenticare le opportune protezioni da indossare, ovvero casco, ginocchiere, gomitiere e polsiere, anche in presenza di velocità ridotta.
Non da ultimo, i monopattini elettrici per bambini rappresentano un piacevole momento di condivisione con la famiglia, in una gita al parco immersi nella natura, ad esempio, momento di condivisione sicuramente apprezzato, alla luce dei ritmi frenetici imposti dalla società attuale, che lascia, purtroppo, sempre meno spazio da dedicare a sé ed ai propri cari.
Ovviamente, prima di procedere all’acquisto, è opportuno controllare che si tratti di un modello pensato appunto per i più piccoli, verificando, quindi, la velocità ed il peso supportato.
Tipologia | Peso/Peso supportato | Velocità |
---|---|---|
Monopattini elettrici per adulti | 20-30 kg / 100-150 kg | In media 35 km/h, sino ad arrivare ai 40 km/h nei modelli più potenti |
Monopattini elettrici per bambini | 10 kg / 18 kg circa, valore riferentesi a bambini di età non superiore ai 3 anni | Dai 6 ai 15 km/h |
Hoverboard: cosa sono e come funzionano?
Accanto ai monopattini elettrici classici, sono due le principali tipologie esistenti in commercio: gli hoverboard e i segway. Ci occuperemo in questa sede dei primi, rimandando la trattazione dei secondi al prossimo paragrafo.
Gli hoverboard (o monopattini elettrici autobilanciati) giungono direttamente dalla Cina, ove, però, non sono chiamati univocamente con questo nome, essendo presenti tre o quattro definizioni per il prodotto in oggetto. Letteralmente “volopattino”, essi devono il loro successo al fascino della fantascienza…chi non ricorda, infatti, lo skateboard volante adoperato da Marty McFly – l’attore Michael J.Fox – nella saga “Ritorno al Futuro?” Senza dubbio, il rivoluzionario velivolo è subito entrato a far parte dell’immaginario collettivo come il classico “oggetto del desiderio”, e l’apripista per il successo al mercato occidentale è stato il mostrarsi in pubblico di molte celebrities americane “in compagnia” di questi avveniristici mezzi di trasporto.
Ma come sono fatti precisamente gli hoverboard? E come funzionano? Dotati di due ruote parallele dal diametro di 6 o 10 pollici, e privi di manubrio, si muovono in virtù di un motore elettrico alimentato da una batteria che raggiunge di solito le 2 ore di autonomia. Si comandano inclinando i piedi in maniera separata oppure insieme: ciascun piede, difatti, comanda una ruota e va inclinato in avanti per accelerare e indietro per frenare. Sollevando un piede o spingendone uno più in profondità, si curva seguendo il verso del piede che risulta più inclinato in avanti.
Più ingombranti dei monopattini classici, gli hoverboard sono abbastanza pesanti – generalmente 10 Kg per il modello da 6 pollici – e portarli con sé, ad esempio sui mezzi pubblici, non risulta agevole nemmeno in presenza dell’apposita borsa che li contiene.
Più spediti di una camminata e più lenti di una bicicletta, possono raggiungere velocità di 20 Km/h e sono apparentemente alla portata di chiunque: bisogna tuttavia considerare che pur essendoci l’elettronica dietro il mantenimento dell’equilibrio del dispositivo, parte dell’equilibrio stesso deve risultare necessariamente “opera” di colui che ne è il “passeggero”.
Diverse versioni di hoverboard possiedono led che si illuminano in condizioni di scarsa visibilità, così da essere individuabili anche durante la sera e la notte, mentre modelli più recenti ed innovativi possono essere adoperati anche su superfici non del tutto lisce e su leggeri dislivelli.
Ma gli usi? Quali sono quelli effettivamente possibili? Pur potendo essere considerati un mezzo non inquinante e funzionale per coprire brevi tragitti (per andare al lavoro o a scuola, ad esempio), gli hoverboard in realtà non possono circolare sulle carreggiate e nemmeno sui marciapiedi – e ciò in quanto il Codice della Strada di molti Paesi, tra cui l’Italia, non li riconosce come veicoli – ma solo nelle aree appositamente dedicate, nonché in quelle private. Secondo il Codice della Strada, tuttavia, parrebbe che, per esclusione, gli hoverboard possano essere utilizzati sulle banchine, cioè “quella parte di strada compresa tra il margine della carreggiata ed il più vicino tra i seguenti elementi longitudinali: marciapiede, spartitraffico, arginello, ciglio interno della cunetta, ciglio superiore della scarpata nei rilevati.”
Detto questo, per un uso in tutta sicurezza il consiglio è quello di indossare casco, ginocchiere e gomitiere per proteggersi in caso di cadute.
Segway: definizione e modalità di funzionamento
Creato nel 2001 dallo statunitense Dean Kamen – ed inizialmente presentato con il nome in codice di “Ginger” – il segway è un sistema di trasporto personale che grazie ad una rivoluzionaria combinazione di informatica, meccanica ed elettronica, è in grado di compiere alcune manovre in maniera automatica. Dotato di una pedana autoequilibrante con due ruote parallele, e provvisto di manubrio, su di esso si sta in piedi, e lo si utilizza compiendo semplici movimenti del corpo: in avanti per partire, indietro per frenare e per fare retromarcia, e a destra o sinistra per girare.
Chiamato anche “biga” in virtù della sua forma, che rievoca quella del cocchio da guerra romano, il segway è assai versatile, potendo muoversi su qualsiasi tipologia di terreno, sia esso erba, asfalto, fango o ghiaia. Ma può anche essere un modo originale e “poco convenzionale” per visitare luoghi ricchi di storia e di cultura, ed infatti sono diverse le agenzie turistiche che organizzano piacevoli tour guidati all’interno di città quali Roma e Torno, ad esempio. La velocità massima è di 20 Km/h, con un’autonomia di 6 ore. Unico “neo” del segway, il suo prezzo, che si aggira sui 4000/5000 Euro, un prezzo, questo circa 10 volte superiore a quello del monopattino elettrico.
E la normativa italiana? Come “si relaziona” al segway? Al riguardo il Ministero dei Trasporti, con circolare N.0026702 del 20.03.07, comunica che questo mezzo di trasporto “non rientra tra gli acceleratori di andatura di cui ai commi 8 e 9 dell’art. 190 del CdS, in quanto è un mezzo non funzionante a propulsione esclusivamente muscolare.” Detta circolare precisa che il segway può circolare su marciapiedi, aree pedonali e piste ciclabili (come definite dall’art.3 del Codice della Strada – CdS), nel rispetto delle normative illustrate nella circolare stessa, e cioè attenendosi a determinate limitazioni, che riportiamo qui di seguito:
- “velocità massima non superiore a 6 Km/h con sistema di limitazione predisposto dal costruttore, per le aree pedonali e per i marciapiedi;
- velocità massima non superiore a 20 Km/h su piste ciclabili;
- obbligo di dare la precedenza ai pedoni e di tenere la destra sui marciapiedi;
- divieto di utilizzo a conducenti con età inferiore a 16 anni;
- divieto di utilizzo in condizioni di scarsa visibilità. Per esempio marciapiedi e piste ciclabili per niente o poco illuminate durante le ore notturne. Tali limitazioni non sussistono per quanto riguarda un possibile utilizzo del mezzo da parte delle forze armate di cui all’art. 11 c. 1 del CdS e degli enti o corpi equiparati ai sensi del c. 11 dello stesso articolo, e da parte delle polizie municipali.”
Manutenzione e ricambi dei monopattini elettrici
Generalmente la manutenzione di un monopattino elettrico non si distacca da quella prevista per una comune bicicletta. È dunque necessario, in primo luogo, provvedere alla sostituzione degli pneumatici, sostituzione che si impone obbligatoria e indispensabile qualora si sia in presenza di crepe o di tagli considerevoli. Altra attenzione va prestata ai freni e ai manubri, ed al cavo, se occorre. Senza dimenticare la batteria, che va ricaricata a partire da qualunque presa elettrica, e, quando giunge il momento, sostituita.
A parte gli aspetti puramente pratici e tecnici, si suggerisce di prestare la massima cura nella “conservazione” dei monopattini elettrici, alloggiandoli, preferibilmente, all’interno della propria abitazione: al riguardo, si deve, tra l’altro, tener conto del poco spazio che andranno ad occupare, essendo questi mezzi di trasporto per la maggior parte pieghevoli. In ogni caso, è opportuno mettere in atto le dovute precauzioni, proteggendo i monopattini stessi dal possibile maltempo, che potrebbe usurarne le diverse parti.
Come è facilmente intuibile, può tuttavia accadere – nonostante le premure e la cura messe in atto – che il monopattino elettrico abbia un difetto di fabbrica, perda un pezzo o richieda la sostituzione di un pezzo, o ancora abbia un guasto. Situazioni, queste, che non devono suscitare preoccupazione alcuna, perché perfettamente affrontabili e gestibili: nel caso si configuri la necessità di una sostituzione, infatti, in commercio i pezzi di ricambio sono facilmente reperibili, specie se si è indirizzata la propria scelta verso un modello di un brand conosciuto.
Costo dei monopattini elettrici
Leggeri, ecologici e semplici da utilizzare, i monopattini elettrici rispondono ad esigenze sia ludiche che “logistiche”, soddisfacendo le esigenze di coloro i quali intendono risparmiare tempo negli spostamenti. In quanto tali, come sottolineato nel corso di questa trattazione, hanno trovato largo seguito negli ultimi tempi, ragion per cui è vasta sul mercato la disponibilità di modelli, e, conseguentemente, di prezzi. Prezzi che variano in relazione alle caratteristiche di base e agli optional offerti dal monopattino elettrico stesso, rispondenti a quelle che sono le personali esigenze dell’acquirente. Al riguardo Internet risulta di grande ausilio, attraverso recensioni ed opinioni che possono veicolare la propria scelta verso un modello piuttosto che verso un altro, mettendone in luce pregi e difetti, questi ultimi qualora vi siano.
Detto questo, nei punti vendita il costo medio di un monopattino elettrico va dai 100 Euro circa fino ad arrivare ai 500 Euro per i modelli “professionali” destinati ad un uso da parte degli adulti. Per risparmiare, può convenire effettuare il proprio acquisto online, ove le fasce di prezzo disponibili sono davvero convenienti.
Altro discorso, invece, concerne l’eventuale acquisto di un monopattino elettrico usato, scelta, questa, dipendente non solo dalla somma a propria disposizione, ma anche dalle personali opinioni in merito. Chi è intenzionato, già in partenza, ad acquistare un prodotto nuovo, non “cederà” neanche di fronte ad un prezzo vantaggioso; al contrario, chi dispone di un budget contenuto, con un prodotto usato potrà entrare in possesso di un articolo affidabile dal punto di vista tecnologico, ma con una spesa ridotta. I parametri valutativi, dunque, come è facilmente intuibile, “oscillano” in base ai propri desideri o bisogni: l’unico punto sul quale vale la pena soffermarsi sono gli eventuali rischi connessi all’acquisto di un monopattino elettrico usato, e quindi le “criticità” che lo stesso potrebbe presentare, come ad esempio i graffi provocati da urti o da cadute.
Vantaggi e svantaggi dei monopattini elettrici
Perché scegliere un monopattino elettrico? Perché optare per questo innovativo mezzo di trasporto? Perché presenta dei vantaggi di cui altri mezzi di trasporto non sono provvisti, tanto per cominciare, e poi perché è divertente anche per gli adulti, non solo per i bambini. Ovviamente, come ogni mezzo di trasporto, presenta qualche “neo”, qualche “controindicazione”. Ma procediamo con ordine, cominciando dagli innegabili vantaggi dei monopattini elettrici, vantaggi che li hanno resi il trend degli ultimi tempi.
Leggeri, silenziosi, a impatto zero, essi necessitano di poca energia per funzionare e di poca manutenzione. Pratici nei piccoli spostamenti, consentono di giungere a destinazione in tempi rapidi, con zero stress e zero fatica, e grazie alla compattezza che li caratterizza, riescono a passare anche attraverso strettoie o spazi limitati. Le dimensioni ridotte, poi, e la possibilità di ripiegarsi, prevista da alcuni modelli, rendono i monopattini elettrici portabili con sé ovunque.
Facili da guidare, sono strumenti versatili e adatti anche per i ragazzi, e, particolare assolutamente non trascurabile, sono “spassosi”, fattore, questo, che li contraddistingue dai comuni mezzi di trasporto.
A fronte dei vantaggi appena messi in evidenza, viene spontaneo chiedersi se siano o meno riscontrabili degli svantaggi. Come anticipato all’inizio di questo paragrafo, qualche “limite”, in effetti, c’è. Il primo è dato dal fatto che il mezzo di trasporto oggetto di questa trattazione può “servire” solo brevi distanze, perché autonomia della batteria e velocità sono ridotte: generalmente, dopo circa 35 Km è necessario ricaricare la batteria con l’apposito caricatore. C’è da dire, però, che il monopattino elettrico è stato progettato per piccoli spostamenti, quindi si potrebbe dire di essere in presenza di un “limite-non limite”.
Altro punto da sottolineare è il rischio cadute connesso all’utilizzo del monopattino elettrico stesso: anche se sicuro ed affidabile, infatti, può dare adito a cadute accidentali o a scontri, motivo per il quale si raccomanda sempre di usare la massima prudenza, non dimenticando le opportune protezioni da indossare.
Monopattini elettrici e normativa italiana vigente
Qual è la normativa italiana in tema di monopattini elettrici? Possono essi circolare su strada? Al riguardo va evidenziata una certa confusione e frammentarietà: bisogna tenere presente i pochi riferimenti all’interno della normativa stessa, che ci si augura si evolva in un futuro non troppo lontano, prevedendo una regolamentazione completa, “ad hoc” per questi mezzi di trasporto alternativi.
Affrontiamo la tematica in oggetto partendo dallo specificare il termine “veicoli”, definiti dall’art.46 del Codice della Strada come “tutte le macchine di qualsiasi specie, che circolano sulle strade guidate dall’uomo. Non rientrano nella definizione di veicolo:
a) le macchine per uso di bambini, le cui caratteristiche non superano i limiti stabiliti dal regolamento;
b) le macchine per uso di invalidi, rientranti tra gli ausili medici secondo le vigenti disposizioni comunitarie, anche se asservite da motore.”
All’art.190 comma 8, il Codice della Strada definisce i monopattini elettrici come “acceleratori di andatura”, definizione, questa, che non trova una “propria” collocazione all’interno dell’ordinamento giuridico. In altri termini il monopattino elettrico, nonostante sia dotato di motore elettrico, non è identificato come veicolo, o, per essere più corretti, non rientra nella regolamentazione relativa ai veicoli a motore. E ciò porta a consentirne la circolazione solo nelle aree specificamente adibite, ed in quelle di proprietà del possessore del monopattino elettrico stesso. Sempre il Codice della Strada, infatti, sull’argomento, indica che “la circolazione mediante tavole, pattini od altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade”, e che “sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini od altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti.”
Questione diversa è quella dell’omologazione: in merito, se il monopattino elettrico supera la velocità di 6 km/h, è da considerarsi un ciclomotore, e, come tale, soggetto a tutti i controlli relativi. Sussiste, di conseguenza, l’obbligo della procedura di omologazione (D.M. 2 maggio 2001 n. 277 ), e la sua circolazione è permessa in dipendenza del ricorrere dei requisiti individuati rispettivamente negli articoli 97 (formalità necessarie per la circolazione dei ciclomotori) e 93 (formalità necessarie per la circolazione degli autoveicoli, motoveicoli e rimorchi) del Codice della Strada. Occorrono, dunque, targa, casco, assicurazione e relativo certificato.
Monopattini freestyle e scooter per anziani e disabili
Una volta esaurita la tematica relativa ai monopattini elettrici – illustrata approfondendo tutti gli aspetti ad essi legati – vale la pena soffermarsi sui monopattini freestyle e sugli scooter per anziani e disabili, sebbene essi si discostino dall’oggetto di questa trattazione. Vale la pena perché i primi rappresentano una particolare versione dei monopattini classici, che hanno introdotto la presente esposizione, mentre gli scooter elettrici rientrano tra i mezzi di trasporto “green” – proprio come i monopattini elettrici – e la maggior parte degli scooter per anziani e disabili rientra nella categoria degli scooter elettrici. Ed è importante evidenziare come questi mezzi possano aiutare coloro i quali hanno disagi negli spostamenti, ponendosi come valida soluzione per acquisire indipendenza nello svolgimento di diverse attività: un acquisto, una visita ad un parente o un amico, ad esempio, ma anche il solo recarsi dove più si gradisce.
Affrontiamo quindi entrambi gli argomenti, separatamente, nei paragrafi che seguono.
Monopattini freestyle
Nati agli inizi del ‘900 negli Stati Uniti, i monopattini freestyle rappresentano una particolare versione dei monopattini classici – come or ora accennato – e sono adoperati per compiere evoluzioni acrobatiche, generalmente in aree ben specifiche, come gli skatepark, ma anche nelle piazze, negli ultimi tempi. A chi non è mai capitato di assistere a veri e propri “spettacoli” di giovani che si lanciano da rampe, compiendo movimenti che lasciano letteralmente senza parole?
Per compiere queste evoluzioni, però, non è sufficiente un monopattino tradizionale, ma uno che possieda determinate caratteristiche: oltre al peso massimo supportato, infatti, sono necessarie la leggerezza, innanzitutto, ma anche la resistenza agli urti, senza trascurare i materiali con cui sono realizzati il telaio e la struttura delle ruote. Consideriamo, dunque, un po’ più nel dettaglio, tutte queste caratteristiche.
- Struttura. Essendo progettati per realizzare determinati movimenti (i cosiddetti trick), i monopattini freestyle devono essere la giusta “combinazione” di leggerezza e resistenza, e l’alluminio è generalmente il materiale che meglio risponde a questi requisiti, pertanto adoperato per la realizzazione dei monopattini stessi. Anche il design, ovviamente, vuole la sua parte, “comparendo” con disegni o decorazioni che abbiano ad esempio un riferimento al freestyler preferito.
- Pedana d’appoggio. Di dimensioni tali da poter consentire di posizionare in modo comodo ed agevole entrambi i piedi, è solitamente personalizzata con dipinti o raffigurazioni. Nel freestyle il fattore aderenza, legato alla pedana d’appoggio, è particolarmente importante perché se un piede dovesse perdere il punto d’appoggio e cadere, verrebbe meno l’equilibrio, con conseguente rischio di cadute.
- Manubrio. In grado di girare a 360°, il manubrio consente a chi lo adopera di eseguire fantastiche figure e di riportarlo alla posizione originale, per poi atterrare in tutta sicurezza. Unico e di un solo pezzo, e non regolabile, esso presenta due manopole che assicurano la massima maneggevolezza, evitando che le mani possano scivolare o perdere la presa.
- Ruote. In numero di due, devono essere realizzate con i cerchi in lega, forti e resistenti a qualsivoglia sollecitazione. Molta attenzione va prestata al valore ABEC dei cuscinetti delle ruote stesse, in quanto detto valore determinerà la maggiore o minore fluidità dei movimenti: generalmente un monopattino freestyle di qualità è dotato di cuscinetti ABEC 9 o 11.
- Dimensioni. Le dimensioni dei monopattini freestyle, ridotte rispetto a quelle delle versioni tradizionali, consentono a chi li adopera la massima praticità e maneggevolezza durante i salti e le evoluzioni. Dimensioni ridotte che garantiscono inoltre la massima comodità negli spostamenti: la compattezza che contraddistingue detti monopattini, infatti, li rende facili da trasportare, in auto, bus o tram, ma anche a piedi, essendo essi solitamente forniti di una comoda tracolla. E fa sì che siano agevoli da riporre, dopo averli utilizzati.
- Peso supportato. Come quelli tradizionali, anche i monopattini freestyle possono supportare determinati pesi. Benché variabili a seconda del brand e dei materiali di costruzione dei monopattini stessi, detti pesi vanno generalmente dai 60 Kg nei modelli per bambini, ad un massimo di 100 Kg in quelli per adulti. È di fondamentale importanza prestare la massima attenzione a questi parametri, in quanto solo nel rispetto degli stessi il monopattino potrà essere adoperato in sicurezza e sfruttando al meglio ogni sua potenzialità.
- Freni. Differentemente da quelli tradizionali, forniti di freni collocati al di sopra della ruota posteriore, i monopattini freestyle prevedono freni posizionati sul manubrio. I migliori sono a flessione, una parte di metallo imbullonato direttamente sul veicolo e che preme sulla ruota.
- Cuscinetti ABEC. In numero di 7 o 8, i cuscinetti si trovano all’interno delle ruote. Il valore ABEC denota la fluidità di movimento del monopattino, tenendo conto della tolleranza e precisione dei cuscinetti stessi: i valori di solito maggiormente adoperati sono ABEC-1, ABEC-3, ed ABEC-5, e sono quelli relativi a cuscinetti non necessitanti di pulizia dopo ogni utilizzo del monopattino sul quale sono montati. Un monopattino di estrema qualità è quello fornito di cuscinetti di valore ABEC 9 o 11.
Dopo aver esaminato le caratteristiche dei monopattino freestyle, è opportuno anche sottolineare che un buon prodotto deve consentire una manutenzione agevole, manutenzione relativa, tra l’altro, alla reperibilità dei pezzi di ricambio, ed all’aggiornamento in presenza di eventuale usura degli elementi di cui il monopattino stesso è composto (specie cuscinetti e ruote). Ed il prezzo? Su quali cifre si aggira? Presto detto: generalmente un monopattino freestyle ben realizzato ha un costo che va da 100 Euro in su.
Scooter per anziani e disabili
Come anticipato, gli scooter per anziani e disabili costituiscono un aiuto per rendere indipendenti coloro che soffrono di disagi nella mobilità. La maggior parte di essi rientra nella categoria degli scooter elettrici, mezzi di trasporto green proprio come i monopattini elettrici oggetto di questa trattazione. Detti scooter non adoperano il carburante per poter funzionare, ma hanno un motore elettrico e conseguente alimentazione a batteria: alla stregua delle auto elettriche, sono diventati una realtà consolidata, con il grande vantaggio, rispetto alle prime, di poter essere ricaricati più facilmente, in virtù della maneggevolezza e praticità che li contraddistingue.
Fatta questa breve premessa, occupiamoci nello specifico degli scooter per anziani e disabili.
Progettati per sostenere nella vita quotidiana la persona con disabilità o problemi motori, perché acquisti il maggior livello di autonomia, tali mezzi, come poc’anzi anticipato, rientrano per la maggior parte nel novero degli scooter elettrici: sono infatti forniti di una o più batterie installate a bordo del veicolo, batterie che possono essere ricaricate mediante un sistema interno allo scooter, oppure attraverso un dispositivo caricabatteria separato, da collegare alle tradizionali prese elettriche.
Gli scooter per anziani e disabili hanno un sedile che posa su tre, quattro o talora cinque ruote. Nella parte anteriore, dinanzi al conducente, è situato un manubrio attraverso cui, in base alle differenti tipologie di scooter, si sterzano una o più ruote; nella parte inferiore, invece, sono presenti singoli poggiapiedi o un’unica pedana. Una sedia girevole caratterizza quasi tutti i modelli di scooter, per garantire agilità di manovra nel salire e nello scendere dallo scooter stesso. Così come quasi tutti i modelli di scooter sono agevoli da smontare e da caricare all’interno dell’auto, in vista di un possibile trasporto connesso ad un altro viaggio, o per altre esigenze.
Prima di procedere all’acquisto di uno scooter per anziani e disabili, è opportuno valutare il tipo di utilizzo al quale esso sarà destinato, perché dal tipo di utilizzo stesso deriveranno altri fattori a cui prestare attenzione nella scelta, ossia la durata della batteria e la velocità raggiungibile dal veicolo. Così, se lo scooter andrà adoperato all’aperto, su lunghi tragitti e su terreni aspri, si suggerisce un modello a quattro ruote, più stabile e sicuro; se, al contrario, lo scooter andrà utilizzato in casa, l’opzione consigliabile è un modello con una maggiore flessibilità di rotazione. Dunque uno a tre ruote, dal raggio di sterzata più stretto per via dell’unica ruota anteriore, capace di entrare in più ambienti e di girare più angoli.
Scooter per anziani e disabili: norme sulla circolazione
Cosa stabilisce il Codice della Strada in merito agli scooter per anziani e disabili? Dove possono circolare? La risposta è data dall’art. 46, modificato dalla legge 29 luglio 2010 n.120, secondo il quale si intendono per veicoli “tutte le macchine di qualsiasi specie, che circolano sulle strade guidate dall’uomo. Non rientrano nella definizione di veicolo:
a) le macchine per uso di bambini, le cui caratteristiche non superano i limiti stabiliti dal regolamento;
b) le macchine per uso di invalidi, rientranti tra gli ausili medici secondo le vigenti disposizioni comunitarie, anche se asservite da motore.”
Prima di procedere all’acquisto di uno dei mezzi come quelli in oggetto, dunque, bisogna innanzitutto controllare che detti mezzi siano classificati “di ausilio medico” , punto per il quale si rimanda a quanto indicato dalla materia a ciò dedicata. Al riguardo, è necessario che la ditta costruttrice dichiari che il prodotto sia costruito in base alle norme comunitarie vigenti, e che, specificatamente, esso sia:
- progettato per individui con difficoltà o incapacità di deambulazione in grado sia fisicamente che mentalmente di guidare un veicolo elettrico;
- prodotto conformemente alle norme europee (es. EN 12 184);
- iscritto al Repertorio in base a quanto stabilito dal decreto del Ministro della Salute del 20 Febbraio 2007 “Nuove modalità per gli adempimenti previsti dall’articolo 13 del decreto legislativo 24 febbraio 1997, n.46” e successiva Ordinanza del 23 dicembre 2008;
- iscritto come DM (Dispositivo Medico), su una tabella riepilogativa che riporti Tipologia, Marca, Modello e Numero di iscrizione al Repertorio.
Poiché – come or ora visto – il Codice della Strada non fa rientrare nella definizione di “veicoli” le macchine per uso di invalidi, ne deriva che a questi mezzi è consentita la circolazione nelle zone riservate ai pedoni, come specificato dal comma 7, dell’articolo 190 del Codice della Strada stesso (Comportamento dei pedoni). Per completezza riportiamo integralmente qui di seguito il detto articolo in tutti i punti che lo compongono:
- I pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli altri spazi per essi predisposti; qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficienti, devono circolare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minimo intralcio possibile alla circolazione. Fuori dei centri abitati i pedoni hanno l’obbligo di circolare in senso opposto a quello di marcia dei veicoli sulle carreggiate a due sensi di marcia e sul margine destro rispetto alla direzione di marcia dei veicoli quando si tratti di carreggiata a senso unico di circolazione. Da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere, ai pedoni che circolano sulla carreggiata di strade esterne ai centri abitati, prive di illuminazione pubblica, è fatto obbligo di marciare su unica fila.
- I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrapassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l’attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri.
- È vietato ai pedoni attraversare diagonalmente le intersezioni; è inoltre vietato attraversare le piazze e i larghi al di fuori degli attraversamenti pedonali, qualora esistano, anche se sono a distanza superiore a quella indicata nel comma 2.
- È vietato ai pedoni sostare o indugiare sulla carreggiata, salvo i casi di necessità; è, altresì, vietato, sostando in gruppo sui marciapiedi, sulle banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni.
- I pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di attraversamenti pedonali devono dare la precedenza ai conducenti.
- È vietato ai pedoni effettuare l’attraversamento stradale passando anteriormente agli autobus, filoveicoli e tram in sosta alle fermate.
- Le macchine per uso di bambini o di persone invalide, anche se asservite da motore, con le limitazioni di cui all’articolo 46, possono circolare sulle parti della strada riservate ai pedoni, secondo le modalità stabilite dagli enti proprietari delle strade ai sensi degli articoli 6 e 7.
- La circolazione mediante tavole, pattini od altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade.
- È vietato effettuare sulle carreggiate giochi, allenamenti e manifestazioni sportive non autorizzate. Sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini od altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti.
- Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 25 a euro 99.
Riepilogo
Migliori monopattini elettrici di Ottobre 2024
Monopattini a spinta
Migliori monopattini con seduta di Ottobre 2024
Migliori Segway di Ottobre 2024
Migliori hoverboard di Ottobre 2024
Migliori monopattini a tre ruote di Ottobre 2024
Migliori monopattini freestyle Ottobre 2024
Migliori scooter per anziani e disabili di Ottobre 2024
Creativa e fantasiosa, ma anche riflessiva e determinata. Archivio la laurea in Giurisprudenza per seguire quelli che sono i miei reali bisogni e le mie effettive ambizioni, emersi preponderatamente. Volo così a Venezia per seguire presso lo IED il “Corso di formazione avanzata in Management degli eventi artistici e dello spettacolo”, e per qualche anno curo ed organizzo mostre d’arte contemporanea. Allo stesso tempo riprendo a dedicarmi con più costanza al mio “primo amore”, la scrittura, passione che mi accompagna sin dalla tenera età.Assai versatile in diversi argomenti, ritengo che le parole abbiano un potere, un potere infinito, quello di aprire una finestra sul mondo, di dare adito a differenti punti di vista, di coinvolgere ed emozionare. Sono un inesauribile bagaglio di bellezza e di ricchezza.Nel mio (poco) tempo libero, leggo, disegno e dipingo. Scrivo anche fiabe per bambini. Adoro i gatti, custodi delle emozioni più recondite e fonti di energia. Non ne ho ancora uno, ma è solo questione di tempo, prima o poi arriverà!